E’ stato un primo trimestre dalle tinte grigio scure per le Terre d’Argine sotto il profilo dei ricavi tra le MPMI del commercio e del turismo. L’andamento complessivo dei ricavi, ha fatto registrare un -2,8% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, con i picchi negativi maggiori tra la vendita di generi alimentari (-12,0%) e di extralimentari (-5,8%), frenati solamente dal dato dell’ingrosso in positivo e dai servizi di intermediazione di nuovo in crescita grazie al buon momento dell’immobiliare. Ma è il dato relativo al commercio al minuto a preoccupare maggiormente Confesercenti: “E’ fin troppo evidente la battuta di arresto che hanno avuto alimentare che extralimentare. Segno fin troppo tangibile che la ripresa per le piccole e piccolissime imprese del commercio è tutt’altro che consolidata e che al momento risulta quantomeno fuori luogo parlare di inversione di tendenza. Di fronte ad una situazione del genere come si fa a pensare e progettare l’apertura di nuove medie e grandi strutture di vendita su di un territorio in cui la rete commerciale risulta satura da anni?”
Domanda che mostra tutta quanta la preoccupazione dell’Associazione imprenditoriale: “In dirittura d’arrivo ci sono i 49mila metri quadrati del nuovo polo commerciale, che andranno a sommarsi al nuovo centro commerciale di via Nuova Ponente, alla nuova media struttura prevista in via Dell’Industria (ex stabilimento G.D.M.) e a quella di via Cristoforo Colombo (ex stabilimento Migor). Progetto per il quale, cosa per altro grave, dal nostro punto di vista, non si è trattato come avvenuto in passato di diritti acquisiti, bensì, per portarlo a compimento si è dovuto adottare una deroga al piano regolatore vigente. Validando in questo modo la regola che la prima soluzione per riqualificare stabilimenti dismessi è autorizzare l’apertura di medie superfici commerciali di vendita. E questo, nonostante l’assotigliarsi del mercato, il potere d’acquisto delle famiglie fermo al periodo pre-crisi e i consumi in netto calo. Senza contare che, mentre si pianificano e si cercano di realizzare nuovi spazi commerciali, non si riesce ad intervenire per salvare e rigenerare una struttura già esistente e di proprietà comunale: il mercato coperto di via Ramazzini. 800 metri quadrati che, potrebbero portare benefici a città e centro storico, se riqualificati in modo opportuno, ma per ora destinati ad oblio e degrado.”
Sono in corso accordi tra la multinazionale tedesca ECE, il Bologna F.C. e Invimit Sgr, proprietaria dei Prati di Caprara Ovest, per la costruzione di quella che viene definita impropriamente dalla stampa locale “la cittadella della moda”.
Si tratta di un progetto di forte impatto ambientale, e con un notevole consumo aggiuntivo di suolo su un’area verde, che andrebbe ad avere effetti estremamente negativi sui negozi della zona Saffi, ancora caratterizzata da una articolata rete di negozi di vicinato al servizio della comunità locale e peraltro già fortemente provata da una fortissima crisi economica e dei consumi.
E’ evidente che un enorme centro commerciale dotato di parcheggi interni raccoglierebbe una clientela interessata esclusivamente all’outlet, impoverendo le attività già esistenti sul territorio e mettendone a repentaglio la stessa esistenza.
Inoltre si andrebbero ad aggravare ulteriormente le problematiche legate alla viabilità ed al traffico intenso che già interessano l’area.
E’ ipotizzabile che il centro possa venire costruito secondo i criteri di Adigeo, ipermercato nella periferia di Verona con circa 140 negozi di abbigliamento, intimo, casa-regali-tempo libero, gioiellerie, ottica-salute-bellezza, scarpe-pelletterie-accessori, articoli sportivi, elettronica e telefonia, articoli per l’ infanzia (per una superficie complessiva di oltre 40 mila mq). Conterrebbe inoltre un grande supermercato, e servizi quali bar, ristorazione e lavasecco.
Su questo progetto la Confesercenti di Bologna esprime forte contrarietà ed unisce la sua voce a quella degli operatori commerciali, dei cittadini della zona e del Comitato ” Rigenerazione non Speculazione”.
Vogliamo pertanto con forza DIRE NO all’ennesima concessione offerta alla grande distribuzione in una zona ad altissima densità di ipermercati.
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