Si svolgerà domani venerdì 20 giugno, dalle 10 in poi a Rimini, un convegno di studio organizzato da Confesercenti regionale e Confesercenti provinciale di Rimini, dal titolo: “ Nuove regole e opportunità per il lavoro. Jobs Acts, apprendistato stagionale, tirocini, garanzia giovani, riflessi sulla contrattazione collettiva”. Luogo dell’incontro sarà l’Hotel Sporting, in viale Vespucci 20, Marina centro.
Interverranno Nevio Bianchi, consulente del lavoro in Roma, Paola Cicognani responsabile Servizio Lavoro, Regione Emilia Romagna, Elvira Massimiano, responsabile Politiche del lavoro Confesercenti Nazionale, Stefano Bollettinari, direttore Confesercenti E.R.
Modererà il convegno Marco Pasi di Cat Confesercenti E.R.
Al termine dell’incontro sarà offerto un buffet ai partecipanti
Come riportato dall’Agenzia Dire alcuni giorni fa, pressoche'' tutti gli indicatori sono negativi (il pil regionale e'' diminuito dell''1,6% rispetto al 2012, dati Prometeia) a parte l''export (+39,2% tra 2009 e 2013 grazie soprattutto a moda e agroalimentare), la cui incidenza rispetto allo stesso prodotto interno lordo locale e'' risalita al 35,8% nel 2013 contro il 27,9% del 2009. Il tasso di disoccupazione e'' schizzato all''8,5%, il massimo storico, e al 21,3% per i giovani tra i 18 e i 29 anni. E sono aumentati i giovani che non studiano, non lavorano e nemmeno sono inseriti in attivita'' formative: nel 2013 risultano oltre 108mila, +19% rispetto al 2012, e la loro incidenza sulla popolazione relativa e'' salita al 22,5% (31% in Italia), il doppio rispetto al 2007. Gli investimenti sono diminuiti, ma nel 2014 le imprese si attendono un lieve aumento dei fatturati e il riavvio dell''accumulazione di capitale dando un po'' di respiro agli investimenti. Tuttavia, la gare pubbliche sono diminuite di oltre un quinto. Se nel primo semestre 2014 si registra una modesta ripresa dei prestiti alle imprese (-2,4% a marzo 2014 contro -2,7% a dicembre 2013, la morsa un po'' si sta allentando), si erode leggermente, per effetto del calo del prezzo degli immobili in particolare, la ricchezza delle famiglie. Alle quali sono stati concessi meno finanziamenti, anche se i mutui per le abitazioni risultano in ripresa dal secondo trimestre 2013 (+5% contro -3,1% nei primi sei mesi). E il peggioramento della qualita'' del credito, tutto sommato, si e'' arrestato tra fine 2013 e inizio 2014. Il turismo soffre (nel 2013 -3,5% le presenze, -1,3% gli arrivi) e il commercio si piega per il sesto anno consecutivo (-16% le vendite al dettaglio rispetto al 2007), l''industria (-2,5% nel 2013) e le costruzioni (-5,1%, -2,5% il saldo delle imprese contro il -2% del 2012) proseguono nel calo del proprio valore aggiunto. Il carico fiscale sostenuto dalle famiglie e'' in media rispetto alle altre Regioni a statuto ordinario e inferiore rispetto a quelle speciali, nel 2013 il debito delle amministrazioni locali e'' stato pari a 5,8 miliardi di euro, -9% in termini nominali rispetto al 2012. C''e'' qualche spiraglio ma resta poco incoraggiante, nel complesso, l''analisi sulla salute del tessuto economico dell''Emilia-Romagna cosi'' come esce dal report particolare 2013 della Banca d''Italia (116 pagine ricche di grafici e tabelle), anticipato stamane nella sede di piazza Cavour alla stampa e presentato nel pomeriggio al complesso universitario Belmeloro di Bologna in presenza, tra gli altri, del rettore Ivano Dionigi. "I dati sono preoccupanti e le ferite accusate dal nostro sistema produttivo vanno ancora quantificate. C''e'' una diminuzione del 2% del numero di imprese e i giovani sono quelli che stanno pagando di piu'' la crisi: si supera il 20% di disoccupazione, un numero alto ancorche'' inferiore rispetto al dato nazionale, e ben 108mila sono quelli che ne'' studiano ne'' lavorano", spiega il direttore di Bankitalia Bologna, Fabrizio Trimarchi. Considerando l''industria in senso stretto, tuttavia, il 24% delle imprese (30% nel 2012) ha chiuso il 2013 in perdita a fronte di un 61% (60%) che, invece, ha riportato un utile. E se tra 2001 e 2011 il peso della manifattura sul totale degli addetti in regione e'' calato dal 30,3 al 25,2% (dal 24,9 al 19,5% in Italia), nel comparto industriale il rapporto tra iscrizioni e cessazioni (dati camerali) e'' stato pero'' del -2,6% contro il -2,4% del 2012. Tra 2001 e 2011 la dimensione media delle unita'' locali delle imprese e'' appena aumentata (da 3,9 a 4 addetti) a fronte di una stabilita'' del dato nazionale (3,6). Calano dal 9,8 al 9,3% i lavoratori nelle grandi aziende, sono invece stabili (dal 47,6% al 47,7%) quelli attivi nelle imprese con meno di 10 addetti. In base ai dati Cresme, poi, emerge che le gare bandite per i lavori pubblici nel 2013 in Emilia-Romagna si sono ridotte numericamente per oltre il 20% e dimezzate di valore rispetto al 2012.
“Le limitazioni della circolazione entrate in vigore lo scorso 1 ottobre e valide fino al prossimo 31 marzo si inseriscono quest’anno in una situazione di crisi dei consumi ed economica particolarmente accentuata e questo crea ulteriori difficoltà alle imprese che operano in particolare nei centri urbani della nostra regione.” Questo il giudizio di Roberto Manzoni Presidente di Confesercenti Emilia Romagna sulla prima giornata di blocco della circolazione prevista per domani giovedì 10 ottobre (ad eccezione dei Comuni che l’hanno revocato in base ai dati del bollettino settimanale sulla qualità dell’aria pubblicato da ARPA).
“La Confesercenti Emilia Romagna, inoltre, - continua Manzoni - è molto preoccupata dalla prossima approvazione del Piano Regionale Integrato per la Qualità dell'Aria che prevede di limitare ulteriormente la mobilità dei cittadini, aumentando, così, le difficoltà delle piccole e medie imprese del nostro territorio senza peraltro risolvere il problema dell’inquinamento.”
La Regione Emilia-Romagna, infatti, dopo aver dato avvio al percorso di elaborazione del Piano Regionale Integrato di Qualità dell'Aria (PAIR2020), ha approvato con delibera della Giunta Regionale n. 949 dell’08/07/2013 il Documento Preliminare del Piano, contenente presunte misure per il risanamento della qualità dell'aria sul territorio regionale che si sostanziano soprattutto in ulteriori inasprimenti dei divieti alla circolazione dei mezzi privati.
“La Confesercenti E.R. – chiosa ancora Manzoni - ritiene che gli interventi volti alla riduzione degli inquinanti, debbano essere estesi a livello nazionale ed europeo, per evitare di richiedere inutili sacrifici ai cittadini e agli imprenditori della nostra regione, quando le emissioni nocive avvengono altrove. E’ sicuramente opportuno tenere conto delle conseguenze negative che l’inquinamento ha sui costi della spesa sanitaria, ma è altrettanto importante valutare l’impatto che misure restrittive producono sul tessuto produttivo, di servizi e sull’occupazione di questa regione. Così come è necessario che i parametri di riferimento per la stima delle emissioni siano le medesime a livello europeo.”
Per questo il Presidente di Confesercenti ritiene ormai obsolete, inutili e soprattutto inefficaci le limitazione del traffico, mentre sarebbero a suo giudizio necessari, interventi strutturali decisi attraverso accordi infraregionali e internazionali, con maggiori investimenti sulle tecnologie sostenibili e maggiore competitività nel trasporto pubblico, in modo da rendere fruibili, oltreché sostenibili, le città. “Gli interventi previsti dalla Regione – conclude Manzoni - non devono perciò creare sperequazioni rispetto alla competitività tra regioni limitrofe, e da questo punto di vista sarebbe opportuno sottoscrivere un accordo tra le Regioni del bacino del Po per l’adozione di misure uguali e prevedendo modalità omogenee di rilevazione delle PM10.”
E’ la crisi economica con la sua ricaduta sulle piccole e medie imprese della nostra regione che preoccupa la Giunta e la Presidenza regionale Confesercenti Emilia Romagna che si sono riunite stamattina in forma congiunta per discutere di numerosi argomenti.
Gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio Confesercenti relativi ai primi otto mesi del 2013 non confortano quei commercianti che speravano in una ripresa economica a breve termine.
Nella nostra regione, tra iscrizioni e cessazioni, sono infatti 1365 le attività che hanno chiuso i battenti: 873 quelle di commercio al dettaglio, 400 le attività di alloggio e ristorazione, e 92 quelle ambulanti.
“L’unico dato stabile nel nostro Paese sembra essere quello relativo alle attività commerciali che continuano a chiudere – spiega il direttore di Confesercenti Emilia Romagna Stefano Bollettinari. Le iscrizioni alle Camere di Commercio nei primi otto mesi sono state 2701, le cessazioni 4066 per un totale di 1365 chiusure: un dato veramente inaccettabile per il tessuto imprenditoriale di una regione come la nostra la cui ricchezza è contraddistinta soprattutto dalle piccole e medie imprese; di fronte a questa drammatica situazione, servono soprattutto, a livello nazionale, azioni immediate di grande respiro commisurate alla situazione d’emergenza in cui ci troviamo. Anche se il trend delle cessazioni delle imprese del commercio al dettaglio sembra lievemente rallentare rispetto a inizio anno- continua Bollettinari – il risultato dei primi otto mesi del 2013 registra ancora dati particolarmente pesanti, cui si somma il preoccupante andamento anche del comparto ricettività, ristorazione e bar che, dopo parecchi anni in cui ha svolto un ruolo di ammortizzatore occupazionale comincia ad evidenziare un numero sempre più elevato di imprese che chiudono i battenti, con un turn-over così accentuato che brucia risorse e investimenti”.
“Per il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni finché chi ci governa non si rende conto che la disattenzione alla situazione delle PMI non aiuta la ripresa economica, ma semmai la aggrava, con preoccupanti ricadute anche sul piano sociale, è difficile nutrire la speranza di vedere un’inversione di tendenza.
Invece di studiare interventi strutturali per la riduzione del cuneo fiscale, per facilitare l’accesso al credito, per facilitare l’entrata nel mondo del lavoro, si aumenta l’Iva creando una pressione fiscale che non fa che depauperare ulteriormente il portafoglio dei consumatori. I dati forniti dall’Osservatorio sono anche il segno coloro che avrebbero voglia di rischiare mettendosi in proprio con un’attività, vengono continuamente scoraggiati. Il futuro così, diventa sempre più nero per la nostra economia e non si vedono all’orizzonte segnali apprezzabili di controtendenza.”
La Confesercenti nazionale ha eletto i quattro vicepresidenti che andranno a far parte della Giunta nazionale.
Tra questi Roberto Manzoni, già presidente di Confesercenti Emilia Romagna.
Roberto Manzoni è nato a Conselice e risiede a Ravenna dove è titolare di un’attività commerciale di abbigliamento nel centro storico dal 1973.
Dal 2009 è presidente regionale Confesercenti Emilia Romagna e dal 1995 ricopre inoltre il ruolo di Presidente Provinciale della Confesercenti di Ravenna. Da marzo 2008 è Presidente Nazionale della FISMO (il Sindacato del settore moda della Confesercenti).
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