Positive le vendite di abbigliamento e calzature per bambini, + 3%, ma è il segno meno a prevalere
Pesano sui modenesi crisi, sisma e tasse. Tengono le zone di Carpi e Pavullo. Maglia nera al capoluogo: rispetto al 2012, -20%, ma scontrini in calo ovunque
A poco più di un mese dall’avvio dei saldi di fine stagione è solamente il settore dell’abbigliamento per bambini a mostrare un andamento positivo nelle vendite. Gli altri, oscillano tra ‘faticose’ tenute e flessioni in alcuni casi marcate, specie per scarpe e giacche invernali. E mentre la zona di Carpi mostra una tendenza delle vendite sostanzialmente invariata rispetto l’anno passato, non si può dire lo spesso per l’area di Modena che raffrontata al medesimo periodo del 2012, evidenzia un calo degli affari tra le PMI del vestiario e delle calzature anche del 20%. Questa la foto che emerge dal primo bilancio delle vendite di fine stagione, tracciato dall’Osservatorio di Confesercenti Modena che ha monitorato un campione di oltre 200 imprese.
Dal primo bilancio dei saldi invernali, affiora ancora tanta curiosità, affollamento davanti ai negozi, specie nel fine settimana, di corse all’acquisto vere e proprie però non ce ne sono state. Si individua un capo, lo si osserva e si chiedono tutte le informazioni del caso, ma difficilmente lo si acquista in prima battuta: si torna una seconda e magari una terza volta, con la speranza magari di trovarlo ulteriormente scontato. Il temporeggiare da parte dei consumatori è dettato dalla ridotta capacità di spesa: dovuta alla crisi che non molla la presa, alla pressione fiscale – il saldo dell’IMU di dicembre come pure di altre imposte continua a farsi sentire – ma pure il sisma del maggio scorso che non ha mancato di ripercussioni negative su ogni tipologia di consumi.
SETTORI, TIPOLOGIE DI PRODOTTI VENDUTI E PERCENTUALE DI SCONTO APPLICATA. Quasi scontato, il trend positivo – per diversi operatori, tutto sommato discreto - fino ad oggi riscontrato nel settore abbigliamento e calzature per bambini che segna rispetto al 2012 un +3% netto. Data la convenienza, in molti casi gli sconti sono anche del 50%, si scelgono i saldi non solo per acquistare capi da utilizzare nella stagione in corso, ma pure e soprattutto di una o due taglie maggiori da far utilizzare ai figli il prossimo inverno. Si registra invece una tenuta tra gli accessori - sciarpe, guanti, cinture e borse - l’intimo, maglieria e i capi casual uomo/donna. In flessione le calzature - unica eccezione gli stivali da donna – mentre l’andamento è decisamente negativo nella vendita di giacche e capi spalla tipicamente invernali. Quanto alle riduzioni, gli operatori commerciali quest’anno le stanno applicando in modo graduale: prevale uno sconto medio del 30% o poco superiore, mentre l’anno passato in questi giorni generalmente le vendite nei negozi erano già tarate su una media del 50%.
ANDAMENTO SALDI SUL TERRITORIO PROVINCIALE. Esclusa dal rilevamento per ovvie ragioni l’area nord della provincia (Mirandola e zone limitrofe), le vendite di fine stagione riscontrano un andamento stabile in linea con i valori dello scorso anno e di tenuta quindi, nelle zone di Carpi e Pavullo. La situazione peggiora invece nel comprensorio ceramico – Sassuolo, Formigine e Maranello – e nell’area di Vignola in cui il calo delle vendite è al momento del 15%. Male - si riscontra il valore negativo più accentuato - la zona di Modena: -20% le vendite, valore medio dello scontrino 60 euro con una variazione di 20 punti di percentuale in meno rispetto al 2012. Da notare comunque che il valore medio dello scontrino, rispetto ai saldi precedenti è in flessione in ogni area della provincia presa in esame. Sede di Campogalliano Via Menotti 10 41011 Campogalliano (MO) Sede provinciale via V.Santi, 8 41100 Modena tel. 059.892611 fax 059.826969 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
“La tenuta al momento, dove si è registrata può essere interpretata nulla più che una lieve boccata di ossigeno – dichiara FISMO-Confesercenti Modena – Come da previsione i saldi invernali quest’anno si sono trovati doppiamente a fare i conti con le tasche dei modenesi. Alla crisi ed al sisma si sono aggiunte nuove tasse che di conseguenza hanno abbassato ulteriormente il potere di acquisti dei consumatori. Quanto al settore, è noto ormai che costantemente si trova in una situazione di promozioni e svendite di ‘saldo’ continuo, 12 mesi l’anno con un’attrattività in calo che fatica sempre più ad animarsi in occasione delle vendite di fine stagione. Si evince dunque l’impellente necessità di una regolamentazione dato che la cosiddetta liberalizzazione ha portato al momento benefici solo a outlet e grande distribuzione, con le PMI del commercio costrette ad una corsa impari; come pure quella di ricreare l’appeal dei saldi, riposizionando la data di partenza più a ridosso della fine della stagione. Occorrono quindi azioni a livello nazionale, utili per rilanciare l’economia ed i consumi delle famiglie. Senza le quali, il settore distributivo sarebbe completamente affossato col conseguente danno incalcolabile per l’economia italiana”
“Le dichiarazioni del ministro Gnudi, che vorrebbe vedere ‘rottamati’ gli hotel di minori dimensioni, ci lasciano fortemente perplessi. Innanzitutto perché la rete dei piccoli alberghi è funzionale all’Italia; ma anche perché è il mercato a decidere il successo o l’insuccesso di un’attività imprenditoriale, pure nel caso della ricezione turistica. Meglio ragionare sulla qualità e non sulle dimensioni”.
Il presidente di Assoturismo-Confesercenti Claudio Albonetti commenta così, in una nota, le parole del ministro per il Turismo Piero Gnudi, che ha suggerito di rottamare molti degli alberghi italiani perché “troppi, troppo vecchi e troppo piccoli”.
“Sulla qualità – continua Albonetti - il ministro sfonda una porta aperta: siamo più che disponibili a lavorare sul tema, che la nostra associazione ha sempre ritenuto centrale; così come ribadiamo la nostra piena collaborazione con l’Esecutivo su molte altre questioni fondamentali per il turismo. Ma l’idea di rottamare gli hotel in base a criteri dimensionali e non qualitativi ci lascia invece basiti. Non riteniamo che questa sia una scelta che spetti al Governo, quanto piuttosto al mercato. Inoltre, ci preme sottolineare il fondamentale valore della rete dei piccoli alberghi, che è funzionale alla vocazione turistica italiana, che si estende a tutto il territorio, ed è in grado di intercettare tutti i turismi, non solo quelli d’élites. Non si possono costruire giganti della ricezione in ogni angolo d’Italia: sarebbe antieconomico e un grave danno per il nostro splendido Paese. Se l’obiettivo è il rinnovamento della rete alberghiera italiana – conclude il presidente di Assoturismo - lo Stato ci aiuti piuttosto a reperire le risorse necessarie che, in questo clima di crisi, non possono certo essere messe in campo dalle sole imprese. Sarebbe un intervento, questo, cui non potremmo che plaudire”.
Apprezzamento di FIVA Confcommercio Emilia Romagna e ANVA Confesercenti regionale per la recente sottoscrizione dell’Intesa sull’applicazione della normativa Bolkestein al Commercio su area pubblica.
“Siamo molto soddisfatti di questo risultato – ha dichiarato il Presidente di FIVA Confcommercio Emilia Romagna Alverio Andreoli – raggiunto grazie all’impegnativo e coraggioso lavoro portato avanti, a tutti i livelli, dalle Federazioni di settore. Con la firma dell’Intesa abbiamo centrato l’obiettivo, non semplice, di coniugare una maggiore concorrenza con l’equità e il rispetto dei diritti acquisiti, valorizzando esperienza e professionalità di tutti gli operatori di settore. Un apprezzamento va anche alla Regione Emilia Romagna, che è stata al fianco della nostra categoria nel contribuire a delineare questa nuova intesa”.
“Il risultato ottenuto – sottolinea Dario Domenichini, presidente regionale di Anva-Confesercenti – è frutto del lavoro collettivo delle associazioni nazionali e territoriali che si sono impegnate fortemente nell’illustrare le richieste delle categorie e creare attorno a queste un clima di condivisione da parte delle Regioni e dei Comuni. Il commercio ambulante svolge in questi ultimi, anche i più distanti e disagiati, nei quartieri delle città, un ruolo fondamentale di servizio alla cittadinanza. Senza i mercati settimanali, senza quelli rionali, gran parte della residenza, in particolar modo quella anziana nei centri storici, non potrebbe avere servizi fondamentali a costi concorrenziali, favorendo di fatto la desertificazione delle città a favore della grande distribuzione”.
Da FIVA Confcommercio Emilia Romagna e ANVA Confesercenti Emilia Romagna viene anche l’apprezzamento per il lavoro svolto dalla Regione Emilia Romagna. La soluzione individuata nell’Intesa, a giudizio delle due Associazioni, rispetta l’impianto della Direttiva Servizi ed è equilibrata perché stabilisce, in sede di prima applicazione, criteri di concessione dei posteggi su aree pubbliche che non vanificano gli investimenti effettuati e l’esperienza professionale degli operatori.
“L’azione condotta a livello nazionale e regionale dalla nostra Organizzazione, insieme all’importante lavoro di confronto e di condivisione con la Regione e con l’Assessorato Regionale al Commercio – ha commentato il Vice direttore Confcommercio Emilia Romagna Pietro Fantini – hanno permesso di intervenire in maniera tempestiva per sciogliere le criticità iniziali e raggiungere, oggi, un’intesa largamente condivisibile, alla luce degli obblighi imposti dall’Europa”.
Per Stefano Bollettinari, Direttore di Confesercenti Emilia Romagna: “l’accordo raggiunto rappresenta un positivo compromesso che premia il paziente lavoro svolto dall’Anva e valorizza la storia e le tradizioni dei nostri mercati e le conquiste che la categoria ha fin qui acquisito. E’ un’intesa che può rilanciare il settore, ridare dinamicità ai mercati e riconfermare i diritti acquisiti, valorizzando la professionalità delle oltre 10 mila imprese del settore a livello regionale e di oltre 700 mercati”.
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