Modena: Fismo-Confesercenti: “Crisi, sisma, nuove tasse, ridotta capacità di spesa e promozioni 12 mesi l’anno: è la situazione con cui si misureranno i saldi”

“L’auspicio e il desiderio di un’inversione di tendenza, proteso a ridare almeno un po’ di ossigeno ad un settore come quello dell’abbigliamento rimane. I saldi di fine stagione quest’anno però faranno doppiamente i conti con le tasche dei cittadini: alla crisi e al sisma si aggiungono nuove tasse e di conseguenza un ulteriore calo del potere di acquisto dei consumatori. Risulta difficile pertanto fare previsioni su quanto mediamente spenderanno i singoli e le famiglie”. La riflessione di Fismo Confesercenti Modena, il sindacato che rappresenta i rivenditori di abbigliamento e calzature, a poche ore dall’avvio delle tradizionali vendite di fine stagione – sabato 5 gennaio 2012 – matura dalla situazione di difficoltà che da tempo ormai caratterizza il territorio modenese. Situazione significativamente oltretutto provata anche alla luce dell’andamento delle vendite natalizie, contrassegnate per i capi di vestiario tradizionali da una considerevole flessione: -15%.

“E’ anzitutto la realtà a generare questo tipo di considerazioni – precisa Silvio Anderlini coordinatore provinciale di Fismo-Confesercenti - Costantemente il settore vive una situazione, tra promozioni e svendite con oscillazioni di sconto dal 30% al 50%, di ‘saldo’ continuo, 12 mesi l’anno con un’attrattività sempre più in calo. Non è sentita più di tanto quindi dal consumatore l’attesa della data di partenza quando già in anticipo ha la possibilità di scegliere tra svariate opportunità. Si evince per contro l’impellente necessità di: una regolamentazione di questo tipo di vendite, dato che la cosiddetta liberalizzazione ha portato al momento benefici solo a outlet e grande distribuzione, con le PMI del commercio costrette ad una corsa impari; come pure quella di ricreare l’appeal dei saldi, riposizionando la data di partenza più a ridosso della fine della stagione”.

“Quanto alle previsioni – continua Anderlini – per le ragioni enunciate e per la capacità di spesa drasticamente ridotta, risulta difficile e prematuro parlare di incrementi delle vendite. Con ogni probabilità qualche affare in più è destinato a farlo chi partirà con ribassi sostenuti, del 50% e oltre; i negozi di vendita di abbigliamento per bambini: è ormai consolidata la tendenza di acquistare capi e calzature in saldo, di una o due taglie maggiori per poi farle indossare ai figli la prossima stagione invernale; coloro che ormai oltre ad offrire capi di qualità elevata al giusto prezzo si sono specializzati anche nella vendita on line, come servizio aggiunto alla propria clientela”.

“E’ un dato di fatto ormai – aggiunge Anderlini – che nell’abbigliamento come altrove, i valori che vengono privilegiati sono: la qualità delle materie prime, la sostenibilità delle loro produzioni, il giusto rapporto col prezzo praticato nel corso dell’anno, la professionalità dell’operatorie e la serietà. Tutti valori aggiunti per la piccola distribuzione, ed elementi fondamentali di sopravvivenza. I saldi possono essere una boccata d’ossigeno per gli esercenti, come pure una buona occasione d’acquisto per i consumatori, solamente se attuati, negli ambiti e nel rispetto di regole certe e condivise, a garanzia degli uni e degli altri. Per questo – conclude Anderlini - occorrono azioni a livello nazionale, utili per rilanciare l’economia ed i consumi delle famiglie. Senza le quali, o peggio ancora, con un nuovo ed ulteriore aumento dell’IVA il settore distributivo sarebbe completamente affossato col conseguente danno incalcolabile per l’economia italiana”.

©Confesercenti Emilia Romagna
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