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Bankitalia: report 2013 Emilia Romagna
Come riportato dall’Agenzia Dire alcuni giorni fa, pressoche'' tutti gli indicatori sono negativi (il pil regionale e'' diminuito dell''1,6% rispetto al 2012, dati Prometeia) a parte l''export (+39,2% tra 2009 e 2013 grazie soprattutto a moda e agroalimentare), la cui incidenza rispetto allo stesso prodotto interno lordo locale e'' risalita al 35,8% nel 2013 contro il 27,9% del 2009. Il tasso di disoccupazione e'' schizzato all''8,5%, il massimo storico, e al 21,3% per i giovani tra i 18 e i 29 anni. E sono aumentati i giovani che non studiano, non lavorano e nemmeno sono inseriti in attivita'' formative: nel 2013 risultano oltre 108mila, +19% rispetto al 2012, e la loro incidenza sulla popolazione relativa e'' salita al 22,5% (31% in Italia), il doppio rispetto al 2007. Gli investimenti sono diminuiti, ma nel 2014 le imprese si attendono un lieve aumento dei fatturati e il riavvio dell''accumulazione di capitale dando un po'' di respiro agli investimenti. Tuttavia, la gare pubbliche sono diminuite di oltre un quinto. Se nel primo semestre 2014 si registra una modesta ripresa dei prestiti alle imprese (-2,4% a marzo 2014 contro -2,7% a dicembre 2013, la morsa un po'' si sta allentando), si erode leggermente, per effetto del calo del prezzo degli immobili in particolare, la ricchezza delle famiglie. Alle quali sono stati concessi meno finanziamenti, anche se i mutui per le abitazioni risultano in ripresa dal secondo trimestre 2013 (+5% contro -3,1% nei primi sei mesi). E il peggioramento della qualita'' del credito, tutto sommato, si e'' arrestato tra fine 2013 e inizio 2014. Il turismo soffre (nel 2013 -3,5% le presenze, -1,3% gli arrivi) e il commercio si piega per il sesto anno consecutivo (-16% le vendite al dettaglio rispetto al 2007), l''industria (-2,5% nel 2013) e le costruzioni (-5,1%, -2,5% il saldo delle imprese contro il -2% del 2012) proseguono nel calo del proprio valore aggiunto. Il carico fiscale sostenuto dalle famiglie e'' in media rispetto alle altre Regioni a statuto ordinario e inferiore rispetto a quelle speciali, nel 2013 il debito delle amministrazioni locali e'' stato pari a 5,8 miliardi di euro, -9% in termini nominali rispetto al 2012. C''e'' qualche spiraglio ma resta poco incoraggiante, nel complesso, l''analisi sulla salute del tessuto economico dell''Emilia-Romagna cosi'' come esce dal report particolare 2013 della Banca d''Italia (116 pagine ricche di grafici e tabelle), anticipato stamane nella sede di piazza Cavour alla stampa e presentato nel pomeriggio al complesso universitario Belmeloro di Bologna in presenza, tra gli altri, del rettore Ivano Dionigi. "I dati sono preoccupanti e le ferite accusate dal nostro sistema produttivo vanno ancora quantificate. C''e'' una diminuzione del 2% del numero di imprese e i giovani sono quelli che stanno pagando di piu'' la crisi: si supera il 20% di disoccupazione, un numero alto ancorche'' inferiore rispetto al dato nazionale, e ben 108mila sono quelli che ne'' studiano ne'' lavorano", spiega il direttore di Bankitalia Bologna, Fabrizio Trimarchi. Considerando l''industria in senso stretto, tuttavia, il 24% delle imprese (30% nel 2012) ha chiuso il 2013 in perdita a fronte di un 61% (60%) che, invece, ha riportato un utile. E se tra 2001 e 2011 il peso della manifattura sul totale degli addetti in regione e'' calato dal 30,3 al 25,2% (dal 24,9 al 19,5% in Italia), nel comparto industriale il rapporto tra iscrizioni e cessazioni (dati camerali) e'' stato pero'' del -2,6% contro il -2,4% del 2012. Tra 2001 e 2011 la dimensione media delle unita'' locali delle imprese e'' appena aumentata (da 3,9 a 4 addetti) a fronte di una stabilita'' del dato nazionale (3,6). Calano dal 9,8 al 9,3% i lavoratori nelle grandi aziende, sono invece stabili (dal 47,6% al 47,7%) quelli attivi nelle imprese con meno di 10 addetti. In base ai dati Cresme, poi, emerge che le gare bandite per i lavori pubblici nel 2013 in Emilia-Romagna si sono ridotte numericamente per oltre il 20% e dimezzate di valore rispetto al 2012.