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Abusivismo e regimi agevolati nella ristorazione: Fiepet Confesercenti E.R. lancia l'allarme e chiede interventi immediati
Nonostante nel nostro territorio il cibo e la buona tavola abbiano sempre maggiore attrattiva, continua inarrestabile la cessazione di attività di servizi di ristorazione nella nostra regione: secondo l’elaborazione Confesercenti su dati Infocamere, tra le attività cessate, 1550 e quelle iscritte, 1.110, nei primi nove mesi del 2014 sono 440 quelle che hanno chiuso le saracinesche.
La provincia con il maggior numero di chiusure è Bologna (-258) che però è anche quella che registra il maggior numero di nuove iscrizioni (+220); segue Modena (209 cessazioni e 156 iscritti), Rimini (201 cessazioni e155 iscritti), Ravenna (176 chiusure e 113 iscritti), Reggio Emilia (165 cessazioni contro 120 iscrizioni), Forlì Cesena (143 chiusure e 93 iscrizioni), Ferrara (139 chiusure e 96 aperture) e Piacenza (90 chiusure e 53 iscrizioni).
Su questi dati pesano naturalmente la crisi che persiste ormai da anni, ma soprattutto la tassazione eccessiva e una concorrenza anomala esercitata da attività che, pur essendo autorizzate, godono di “regimi agevolati”, beneficiando di tutta una serie di facilitazioni che rendono impari la competizione tra imprese.
Secondo una ricerca di Nomisma commissionata da Confesercenti E.R. i pubblici esercizi nella nostra regione sono 25.725. Di questi 10226 subiscono concorrenza sleale. Alla domanda sulla diffusione del fenomeno dei “regimi agevolati”, il 58% dei pubblici esercizi ha risposto che è “molto diffuso” e il 60% ritiene che negli ultimi due, tre anni il fenomeno sia aumentato.
Alla domanda su quale siano le attività che influiscono negativamente sulle loro attività, hanno risposto il 73% fiere, sagre, circoli e associazioni e agriturismi, il 15% l’abusivismo commerciale, il 9% le attività agevole di vendita di prodotti nei mercatini.
La soluzione per il 54% sarebbe garantire lo stesso sistema fiscale per tutte le attività di somministrazione di cibi e bevande.
“La Fiepet Confesercenti E.R.- spiega Andrea Cavallina presidente della Federazione pubblici esercizi - ritiene che per contrastare questi fenomeni si debba intervenire sulla normativa nazionale, rivede la semplificazione introdotta per coloro che fanno ristorazione in sagre, fiere etc. garantendo anche i requisiti di sicurezza e salute per i consumatori; in più è necessario ridurre significativamente il limite massimo delle 30 giornate per la somministrazione temporanea per ogni evento e che i tempi di presentazione dei requisiti siano tali da garantirne l’accertamento.”
Per Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti Emilia Romagna: “questi dati confermano quanto andiamo dicendo ormai da tempo: senza un’equa concorrenza l’economia della nostra regione rischia di perdere colpi, con il conseguente impoverimento del tessuto imprenditoriale. Occorre mettere tutti in grado di competere nel mercato con le stesse condizioni di partenza: sarà poi la qualità ad essere premiata. Inoltre la tassazione eccessiva non solo non consente più di investire nella propria attività, ma è diventata tale da far chiudere anche imprese consolidate da tempo. Sembra inoltre incredibile che in queste condizioni si possa solo immaginare di aumentare ancora l’Iva: sarebbe un vero e proprio autogoal per la nostra economia.”
In calce alcuni dati: