Estate 2020: il dato positivo di agosto sulla Costa e in Appennino non recupera le perdite in doppia cifra del trimestre estivo

 

Forte calo della domanda straniera. In flessione anche gli italiani. Fatturati delle imprese ricettive mediamente in calo del 30%, con punte del 51% nelle città d’arte secondo i risultati dell’indagine Assoturismo Confesercenti condotta dal Centro Studi Turistici sull’Emilia-Romagna. Molte le aspettative per il mese di settembre.

 

I risultati del trimestre estivo (giugno/luglio/agosto) confermano le forti difficoltà del settore in modo uniforme tra le diverse tipologie ricettive ma con andamenti differenziati tra le diverse località dell’Emilia-Romagna. Un’estate dettata da significativi cambiamenti nelle abitudini della domanda che si è orientata su spostamenti a breve raggio, scelte last minute, scelta di soluzioni low cost, utilizzo di buoni vacanze e impennata di richieste per le case vacanza. Una stagione che non ha risolto la forte crisi del settore turistico, anche se alcune destinazioni hanno conseguito risultati migliori delle aspettative.

Le forti perplessità sull’esito della stagione, sollevate a giugno da parte delle imprese, si sono gradualmente attenuate a partire dalla seconda metà di luglio. Una ripresa del mercato è stata registrata in agosto, in particolare nelle località di mare e dell’Appennino, grazie soprattutto alla presenza dei turisti italiani.

Questo è il quadro che si ricava dalle informazioni di un campione di 145 strutture ricettive che ha partecipato all’indagine del Centro Studi Turistici di Firenze per conto di Assoturismo Confesercenti Emilia Romagna.

Dall’indagine emerge un calo medio del fatturato di oltre il 30% rispetto al trimestre giugno/agosto 2019. Forte diminuzione sia per le imprese alberghiere sia per quelle extralberghiere; le città d'arte scontano le maggiori difficoltà (-50,8%), seguite dalle località termali e da quelle della costa, mentre risulta più contenuta la flessione per l'appennino e le zone collinari.

Di fatto il 78% degli intervistati dichiara di aver registrato una diminuzione del proprio giro di affari, contro il 12,6% che lo ha mantenuto sugli stessi livelli e il solo 3,4% che invece è riuscita a incrementarlo.

Circa tre intervistati su quattro hanno segnalato una diminuzione di presenze, contro il 10,8% che ha indicato stabilità e solo il 7,6% che, al contrario, ha registrato una crescita dei flussi.

Si registra un calo degli stranieri del 69,2% e quello degli italiani del 2,6%. In valori assoluti si stima che nel trimestre estivo siano stati registrati circa 4,5 milioni di pernottamenti in meno, di cui circa 4 milioni di pernottamenti di turisti stranieri.

Sicuramente l'estate senza turisti stranieri ha impattato pesantemente sul settore turistico; la quota di presenze italiane si attesta intorno al 90,9%, mentre quella relativa ai visitatori stranieri si ferma al 9,1% (nel 2019 rispettivamente il 75,9% ed il 24,1%).

Archiviato un periodo complicato, le imprese sperano comunque di prolungare la stagione a settembre.

“È sicuramente un’estate da dimenticare per il turismo dell’Emilia-Romagna – afferma Filippo Donati, albergatore e Presidente di Assoturismo Confesercenti regionale. Chi ha avuto il coraggio di aprire la propria attività, oltre ad aver visto diminuire il fatturato si è trovato di fronte a problemi rilevanti nel reperimento e gestione del personale, soffrendo, in particolare per la mancanza di lavoratori provenienti dall’estero.” Il buon andamento di agosto, soprattutto in riferimento alle aspettative non è sicuramente risolutivo dei problemi: “l’emergenza non è affatto superata per il settore del turismo – conclude, infatti, Donati – che ha bisogno del prolungamento e ampliamento degli attuali sostegni, come l’estensione del contributo a fondo perduto per la perdita di fatturato anche ai mesi di maggio e giugno e dell’individuazione di misure ancora più efficaci per cercare di arrivare al 2021 con prospettive concrete di tenuta, ripresa e rilancio”.

 

 

©Confesercenti Emilia Romagna
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