08 Maggio 2024
La Presidenza di Confesercenti E.R. ha incontrato ieri pomeriggio il capolista del Partito... segue
08 Maggio 2024
Come ogni anno, il 9 maggio “Giornata dell’Europa”, Confesercenti Emilia Romagna assieme... segue
29 Aprile 2024
In merito al chiarimento del Ministero del Lavoro alla Regione Emilia-Romagna sulla... segue
28 Marzo 2024
Il periodo di Pasqua si preannuncia in crescita per il turismo dell’Emilia-Romagna,... segue
Fiepet-Confesercenti E.R. oggi in Commissione politiche economiche della Regione. No alla introduzione della vendita d’asporto e la consegna a domicilio per agriturismi e aziende agricole, concorrenza sleale con i pubblici esercizi e le attività della som
Contrarietà alla modifica alla legge regionale 4/2009 che disciplina gli agriturismi e le aziende agricole che consentirebbe loro la vendita di pasti d’asporto, anche con consegna a domicilio, è stata espressa da Fiepet-Confesercenti E.R oggi pomeriggio nel corso della Commissione regionale Politiche economiche.
Stefano Parmeggiani di Fiepet-Confesercenti ha spiegato come ”introducendo questa modifica, che prevede tra l’altro attività di food delivery, anche con l’utilizzo di piattaforme e aziende specializzate, si equipara di fatto l’agriturismo ai pubblici esercizi e alle attività della somministrazione che oltre a subire le conseguenze dovute alle norme riguardanti il Covid19 (ricordiamo che sono stati tra i primi settori a essere stati limitati e, successivamente chiusi, e gli ultimi a riaprire, mentre tutta la filiera alimentare ha continuato a lavorare anche con incrementi dei fatturati), non dispongono delle agevolazioni di cui beneficiano invece gli agriturismi e le aziende agricole (contratti di lavoro meno onerosi, tenuta contabile semplificata, iva ridotta, TARI meno cara, regole igienico-sanitarie e urbanistiche meno stringenti ecc…).Inoltre, nelle zone montane e più svantaggiate, sono le trattorie e i piccoli ristoranti che rimangono aperti l’intera settimana, che contribuiscono in maniera fondamentale alla sopravvivenza e alla vitalità di quei territori. Si crea così una vera e propria concorrenza sleale che rischia di compromettere questo settore, in particolar modo alle attività a conduzione famigliare.
Ricordiamo che nel settore dei pubblici esercizi una impresa su tre registra un calo di oltre la metà del fatturato, e il 21,8% - oltre due attività su dieci - temono la chiusura. Per questo motivo è importante non creare ulteriori difficoltà ad un settore che secondo le stime rischia di vedere a fine anno la chiusura di numerose attività.”